Sacconi: «Più Controlli al Sud sul lavoro nero in agricoltura»

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  1. marea79
     
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    Intensificare una «specifica, coordinata e capillare attività di contrasto dei fenomeni di illegalità e di sfruttamento del lavoro irregolare in agricoltura», improntata al «criterio-guida» della tolleranza zero. Questo il risultato di un incontro tenuto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, che ha riunito i presidenti degli Enti previdenziali, Inps e Inail, i Direttori generali dei Servizi ispettivi e della Tutela delle condizioni di lavoro del ministero, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela del lavoro.
    «L'attività di controllo e repressione, in stretto raccordo con le iniziative del ministero dell'Interno - riferisce una nota - sarà concentrata soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno».

    Il comunicato del ministero non fa alcun riferimento esplicito agli scontri di Rosarno, ma è evidente che il tema affrontato - l'agricoltura al Sud - prende le mosse proprio dai recenti avvenimenti calabresi. «La tolleranza zero - prosegue - non può che essere il solo criterio-guida rispetto a tutte quelle situazioni nella quali sono emerse o dovessero emergere casi e contesti di illegalità totale e di sfruttamento della manodopera, con pericoli per la stessa salute e sicurezza delle persone. Il dialogo con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e degli imprenditori sarà strumento essenziale per accompagnare il controllo sociale al controllo amministrativo».

    Nel corso della riunione, Sacconi ha tra l'altro sottolineato come anche l'introduzione del voucher, i cosiddetti buono lavoro, rappresenti «un efficace strumento di regolarizzazione e di emersione proprio per tutti quegli spezzoni lavorativi tipici delle attività di raccolta breve in agricoltura. E che, dunque, anche alla luce di questa significativa novità, ampiamente utilizzata nelle Regioni del Nord e di fatto non impiegata in quelle del Sud non vi possano essere più alibi per i datori di lavoro. Gli stessi flussi di lavoro stagionale sono regolati da quote non del tutto utilizzate per cui l'impiego di lavoratori clandestini non trova giustificazione alcuna».

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