“Il Volto Cancellato”

di Elena Doni

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  1. marea79
     
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    “Il Volto Cancellato” di Elena Doni, attraverso il racconto della vita di Fakhra Younas, giovane donna pakistana divenuta il simbolo e il portavoce delle donne acidificate nel sudest-asiatico, traccia la storia e la cultura del Pakistan, dove le danzatrici costituiscono una fonte di denaro per le famiglie d’appartenenza. Fakhra e la giornalista Elena Doni scrittrice del libro, nel corso della presentazione del libro avvenuta presso l’Imperial Hotel Tramontano di Sorrento, hanno parlato di diritti infranti, di leggi da cambiare ma anche dell’estesa rete di solidarietà che ha accompagnato questa giovane donna. Presenti all’evento tra gli altri Marco Fiorentino, Sindaco di Sorrento, Teresa Armato, Assessore Regionale all’ Università e alla Ricerca scientifica, Laura Boldrini, Portavoce per l’Italia dell’Alto Commissariato per i rifugiati ONU, Antonello Velardi, Giornalista e Valerio Cervelli, Professore di chirurgia plastica Università TorVergata Roma che da circa 4 anni ha in cura Fakhra.

    Beati i poveri di spirito , i muti, coloro che piangono, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i poveri di cuore, i pacifisti… Gesù predicò di porgere l’altra guancia e Fakhra non solo porge l’altra guancia ma volta pagina rispondendo con amore all’odio e alla vendetta.

    La Legge Islamica permette agli uomini di avere fino a quattro mogli a patto di dedicare loro uguale tempo. In Pakistan il “delitto d’onore” è tollerato ( anche se non ufficialmente perché le leggi dello stato lo proibiscono ) poiché è un’antica usanza tribale e il governo spesso non ha le forze ( o ha paura di creare disordini ) per intervenire. Sovente dunque non c’è punizione per chi uccide la propria moglie o per chi liberamente decide di cancellare per sempre il volto delle mogli, figlie o delle proprie amanti. “Il volto cancellato” oltre ad essere la storia delle donne sfregiate con l'acido solforico, in Pakistan come in India e in Bangladesh è anche la storia di un amore quello di Fakhra e l’ ex deputato al Parlamento del Punjab, appartenente ad una delle famiglie più potenti del Pakistan, quella di Ghulam Mustafa Khar. E’ la storia delle danzatrici del Pakistan, del valore della donna nel sud est asiatico, della religiosità, dell’amore che crea e poi distrugge, dell’odio che raggiunge picchi così inconsulti da infrangere le regole del bene e della razionalità. Fakhra è una bambina-donna poichè ha iniziato ad essere donna sin dall’infanzia sentendosi responsabile della madre, dei suoi fratelli e sorelle. Divenuta madre a 16 anni dopo mesi vissuti nel lusso conquistato grazie al suo lavoro di danzatrice, baratta libertà e ricchezza in cambio dell’amore. Fakhra ora ha 26 anni, un volto da ricostruire, un figlio da crescere e tante storie da raccontare. La sua è la storia di tante donne pakistane. Elena Doni nel corso del racconto della protagonista trasmette come in un reportage, notizie e dati statistici sul Pakistan. Attraverso la narrazione di Fakhra emerge la bellezza di una donna, semplice, forte e risoluta. “Nascere donna in Pakistan e soprattutto essere povera significa venire al mondo con una strada già segnata……… L’analfabetismo in Pakistan è la regola non l’eccezione. … Almeno l’80% delle donne pakistane subisce violenze domestiche………… in Pakistan ci sono i feudal lord, grandi proprietari terrieri, oggi circa 7.000 che sono immensamente ricchi e potenti e che amministrano anche il potere giudiziario….. Iubal dal 1995, anno in cui è stato assassinato, è diventato il simbolo dei bambini schiavi nel mondo’ “ - queste sono alcune delle notizie che Elena Doni trasmette nel corso del racconto di Fakhra. Ad aiutare questa donna dopo il terribile incidente, così come lei ama definirlo, sono proprio i parenti e in particolar modo le donne della famiglia del marito artefice dello sfregio. Dopo mesi di segregazione, di sofferenza ma anche di molteplici dimostrazione di affetto, Fakhra riesce a raggiungere l’Italia, unico paese disposto a darle ospitalità , grazie all’intervento di Clarice Felli, fondatrice di un’organizzazione chiamata Smileagain che assiste le donne del sud asiatico bruciate con l’acido, il Sindaco di Roma Walter Veltroni, l’Onorevole Carla Rocchi, sottosegretario alla sanità nel 2001 e al chirurgo plastico Valerio Cervelli che con la sua equipe’ grazie a una serie di interventi di ricostruzione e di chirurgia plastica, stanno cercando di restituirle un volto. “Caro Bilal, - scriveva Fakhra quando era già a Roma a Bilal – le tue chiamate mi mettono in agitazione, non ti odio, ma preferisco non sentirti. Per favore non chiamarmi più.” E Bilal, - “ Le rose possono piangere, i fiumi prosciugarsi, tu puoi dimenticare, ma come posso dimenticare io?” Oggi Bilal si è risposato e ha altri figli, ma ancora dice di aver avuto un solo grande amore, quello per Fakhra.

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  2. *°Maryangel°*
     
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    mmm sembra veramente interessante.
     
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1 replies since 26/1/2010, 14:07   150 views
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